• Il Vuoto non è finito e non è iniziato

    Il Vuoto non è finito e non è iniziato

    Basta sintonizzarsi con la potenza del Vuoto non-finito e i bagliori irrompono nella nostra realtà, si coglie una presenza al di sopra della mente che subito esercita un potere attrattivo che non si può utilizzare perché il processo mentale non agisce per identificazione. La mente può cogliere la vastità dello spazio ma non la sostanza del tempo, può vivere il passare del tempo ma non il suo movimento, la sua organizzazione, e per cercare di stabilire un contatto tra il temporale e l’atemporale si avvita in ciò che più prepotentemente dà il ritmo agli agenti vitali: L’abitudine.Gesti, movimenti e idee si presentano in modo ricorrente senza un centro vitale continuamente rinnovato. L’eternità è quindi la possibilità di sentire l’evolversi dei tre momenti (passato, presente e futuro che sono, appunto, tre – eterni) in modo sincronico superando le tre barriere.

    1. La percezione della densità della materia e la patente estraneità al concetto di non-finito alle quali si risponde con l’esperienza progressiva, i metodi (più o meno segreti), le misurazioni.
    2. La percezione dell’interno come buio nel quale soltanto alcuni bagliori ci ricordano quello che siamo nel profondo, è il mondo del testimone interiore tenuto all’oscuro.
    3. La percezione della conoscenza come azione su qualcosa o qualcuno. Conosco qualcosa o qualcuno e perciò mi muovo in modo familiare negli ambienti, tra le cose e le persone. E’ il mondo delle abitudini e della saccenza dal quale si evolve per mezzo della mente intuitiva

     

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