• L’alternanza Yin-Yang, l’istante eterno

    L’alternanza Yin-Yang, l’istante eterno

    Il tempo è concepito come una successione di istanti vincolata a vari sistemi di misurazione che delimitano e definiscono archi temporali in segmenti infinitesimali o in cicli temporali di enorme ampiezza.
    La capacità di stabilire in modo preciso quando accadrà un evento non migliora la nostra conoscenza del fatto che a un dato istante ne subentri un altro.
    Il tempo passa?
    E se è così, perchè?
    Non lo sappiamo ma prendiamo atto dell’ineluttabilità dell’evento tendendo a considerarlo un contenitore, come lo spazio, nel quale ci occupiamo di noi, degli altri e dell’ambiente nel quale viviamo.
    (L’uomo sperimenta la materia, o energia che sono poi la stessa cosa. Il problema é la contraddizione tra l’essere, che é a prescindere del tempo, ed il suo divenire che determina un “prima” ed un “dopo”, cioè la necessità di un modello che chiamiamo “tempo”.  sic da nebbia di Ben Heccky)
    Il tempo è una presenza “scontata”, e l’alternarsi dello Yin e dello Yang non si svolge nel tempo assoluto ma viene percepito nell’astrazione delle nostre scansioni e misurazioni mentali che si susseguono continuamente per associazione. E’ proprio l’alternanza
    che è interconnessa sia con quello che ci accade che con quello che osserviamo.
    L’eternità (che è terna) non è il tempo senza fine ma è il non-tempo che sostiene ma non determina la durata degli avvenimenti vissuti coscientemente.
    La legge dell’avvicendamento tra lo Yin e lo Yang non è la legge del divenire, fluire, creare, trasformare e distruggere in un flusso continuo che ci trascina senza sosta.
    La dialettica Yin Yang si manifesta in ogni attimo ma la dominanza di uno degli agenti non è lo sviluppo di una condizione “anteriore” in una manifestazione futura, è una nuova situazione del qui ed ora che ci consente di prendere contatto con il tempo immoto non frazionato.